Quali sono i sintomi e i criteri che possono portare a una diagnosi di EGPA?
Nella descrizione della storia naturale della sindrome vengono solitamente identificati tre stadi clinici diversi: la fase dei prodromi, la fase eosinofilica e la fase vasculitica.
1. FASE DEI PRODROMI
Questa fase precede l’insorgenza dei sintomi caratteristici della patologia. Può durare da mesi ad anni e viene definita dalla presenza nella quasi totalità dei pazienti di asma non allergica e di difficile controllo clinico associata a rinosinusite cronica con poliposi.
2. FASE EOSINOFILICA
3. LA FASE VASCULITICA
ANCA positivi e negativi
La diagnosi dell’EGPA
Ma come si diagnostica, dunque, la sindrome di Churg Strauss o EGPA? Per la diagnosi ci si riferisce ai criteri classificativi emanati dall’American College of Rheumatology nel 1990 che, pur con i loro limiti, presentano elevata sensibilità e specificità, oltre ad essere quelli maggiormente adottati a livello internazionale.
- asma: storia di asma o nuova diagnosi;
- eosinofilia periferica > 10%;
- mono o poli-neuropatia: sviluppo del coinvolgimento del sistema nervoso periferico attribuibile alla vasculite sistemica;
- infiltrati polmonari: migranti, non fissi e transitori;
- seni paranasali: dolore e infiammazione acuta o cronica dei seni paranasali con opacizzazione radiografica;
- biopsia: arterie, arteriole o venule con infiltrato di eosinofili e granulomi extravascolari.
La presenza di almeno 4 dei 6 criteri consente di classificare la condizione come EGPA.
Il primo, detto “ANCA positivo”, è caratterizzato dalla presenza di anticorpi ANCA anti MPO, ed è associato a lesioni vasculitiche dei piccoli vasi che colpiscono i tessuti renali, i vasa nervorum che riforniscono di ossigeno e sangue, i nervi periferici ed il tessuto cutaneo. I pazienti con queste caratteristiche si distinguono per avere compromissione renale, polineuropatia per danno ai nervi e lesioni cutanee di vario grado.
Il secondo gruppo, detto “ANCA negativo”, è caratterizzato dall’apparente negatività degli anticorpi ANCA anti MPO e presenta l’interessamento del miocardio con alterazione della funzione cardiaca, infiltrati polmonari e coinvolgimento del tratto gastrointestinale.
Quali medici possono diagnosticare l’EGPA?
Data la varietà e la soggettività dei sintomi, è frequente che i pazienti arrivino a una sospetta diagnosi di EGPA tramite specialisti diversi. Quelli più coinvolti sono generalmente gli pneumologi, gli allergologi e i reumatologi. Dopo la diagnosi, l’ideale è poter contare su un’équipe formata da diversi specialisti, tra cui l’immunologo, lo pneumologo, l’otorinolaringoiatra e, a seconda della manifestazione della malattia, il neurologo, il nefrologo e il cardiologo. Anche la fisioterapia può essere un’ottima alleata per migliorare la qualità della vita dei pazienti